Il Diario dell’Orto Sinergico
In questa sezione desideriamo condividere le idee, le riflessioni, e i progetti man mano che nascono cosi da rendere ognuno partecipe delle esperienze che derivano dalla cura del nostro orto sinergico.
Il primo anno (2017) non avrà la forma di un diario ma di una relazione con le riflessioni e le esperienze fatte a consuntivo.
Anno 2017.
L’orto, nonostante la natura del terreno fosse particolarmente argillosa e con poco humus, ha mostrato una inaspettata fertilità. Non abbiamo una spiegazioni del motivo, forse gli anni di non utilizzo della parcella, forse il leggero strato di terriccio di foglie che era stato messo sopra ai bancali in fase di realizzazione, chissà.
La crescita delle piante e la produzione di ortaggi è stata molto soddisfacente. La dimensione raggiunta dalle piante fiorite, in particolar modo tagete e borragine hanno dato, assieme alla calendula e al nasturzio, un’aspetto molto attraente, in cui il carattere di giardino è spesso prevalso su quella del classico orto.
Abbiamo imparato che la distanza tra le piante deve esser maggiore di quella normalmente adottata e riportata da etichette o buste di semi. In questo modo si lascia maggior spazio per la circolazione dell’aria e quindi un minor rischio di malattie crittogamiche, Inoltre nel caso di un forte accrescimento si evita che le piante si sovrappongono oscurandosi. Se i pomodori sono troppo ravvicinati (bisognerebbe lasciare almeno 60 cm tra una pianta e l’altra) diventa, una volta cresciuti, difficile anche la rimozione delle femminelle e in poco tempo si rischia di avere una giungla di piante intrecciate e non gestibili.
Alla fine di maggio abbiamo montato un programmatore per l’irrigazione attivando due irrigazioni al giorno, alle 7 e alle 22. Per ognuno dei due intervalli la durata è stata aumentata man mano che le temperature aumentavano, fino ad arrivare a 30’+30′.
Il caldo siccitoso dell’estate ha dimostrato che con due soli tubi gocciolanti per bancale non si riusciva ad irrigare correttamente tutte le file (almeno 3). la parte centrale ed i bordi rimanevano molto più asciutti in quanto le grandi quantità di acqua tendevano a scendere in verticale e con un bancale di circa 50 cm non vi era effetto di percolazione.
A fine estate abbiamo trapiantato finocchi, verze, cavolini di bruxelles e alcune varietà di radicchi come il rosa del veneto e il rosso di chioggia.
Anno 2018.
Febbraio-Marzo
Abbiamo rimosso la paglia dai bancali per aggiungere un terzo tubo gocciolante con l’obiettivo di irrigare più uniformemente i bancali e risparmiare acqua. Ogni fila è irrigata a minor distanza ed è possibile per ognuna dosare la quantità di acqua in base all’esigenza delle piante, agendo sulle valvole presenti all’inizio di ogni bancale.
Il raccolto meno soddisfacente tra le varie colture invernali presenti nel nostro orto sperimentale è stata quella dei cavolini di bruxelles. Probabilmente questa pianta non deve succedere alle patate essendo entrambe forti consumatori. Riproveremo a fine estate valutando per questa pianta una precessione diversa. ad esempio una leguminosa.
Dopo aver ripreso il progetto dell’impianto del 2017 si fa il piano delle colture che andranno trapiantate per file nei vari bancali. Per la coltura principale (piantata al centro del bancale) faremo una rotazione posizionandola nell’aiuola successiva. Non sono sicuro invece di riuscire a posizionare la fila di leguminose e quella di liliacee in posizioni in cui non siano statelo scorso anno. Gli appunti non sempre sono sufficienti per cui faremo periodicamente anche foto di ogni bancale per pianificare la rotazione del prossimo anno.
Nel trapianto delle liliacee ho dato preferenza, ai lati del bancale rivolti a sud per la cipolla, e quelli rivolti a nord per aglio e scalogno, questi dovrebbero essere più resistenti al freddo.
Aprile
Una delle novità del nostro orto quest’anno sarà la coltivazione di molte varietà di zucchini. Lo scorso anno erano presenti 3 varietà, lo zucchino Chiaro, lo zucchino Verde nano e il Tondo di Nizza. Quest’anno abbiamo seminato oltre a questi anche Trombetta di Albenga, Alberello di Sarzana, Verde Variegato e Bianco Lungo.
Maggio
In questo mese proseguono i trapianti nei vari bancali. Per i pomodori continueremo con la tecnica di farli crescere lungo uno spago (bio) che scende dagli archi.
Giugno
Iniziamo con questo mese un piccolo progetto di monitoraggio delle ore che impieghiamo nelle varie attività dell’orto e nel peso dei prodotti raccolti. Il nostro obiettivo è verificare il rapporto da impegno e produzione rispetto ad un’orto tradizionale. Nell’ultima settimana abbiamo trapiantato le varietà precoci (60-90 gg) di finocchio, radicchio di chioggia, cavolo cappuccio, cavolfiore , cime di rapa e porri. Nel trapianto prestiamo maggior attenzione del solito che la piantina sia vicino al gocciolatore cosi da evitare sofferenze per la mancanza di irrigazione. Considerate le alte temperature di questi ultimi giorni del mese avremo cura di fornire ogni mattina con l’irrigatore manuale un po di acqua ad ogni nuova piantina trapiantata, questo fino ad essere sicuri che abbiano attecchito senza problemi.
Luglio-Agosto
Abbiamo utilizzato tondini di ferro (dello stesso tipo e spessore di quelli utilizzati per gli archi) lunghi almeno 1 metro e mezzo (dovendo interrarle per almeno 30/40 cm) nel bancale, per sostenere le varie piante di zucchini in modo che avessero uno sviluppo verticale e non occupassero tutta l’aiula coprendo le vicine piante di fagiolino.
Per le melanzane e i peperoni abbiamo utilizzato i tutori per evitare che il peso dei frutti potesse romperne i rami.
L’attività principale è stata la raccolta che è stata soddisfacente per tutte le varietà ad esclusione dei fagiolini che a memoria era andata molto meglio lo scorso anno.
Purtroppo abbiamo iniziato solo da alcuni mesi a pesare i prodotti raccolti per cui non è facile un confronto con lo scorso anno.
Autunno-Inverno
L’autunno e l’inverno sono stati anomali in quanto a temperature, più alte della media e a precipitazioni molto minori rispetto agli anni precedenti. Il terreno è risultato molto compatto essendo particolarmente argilloso e il processo di autofertilità innescato dalla pratica sinergica e dalla pacciamatura richiederà ancora alcuni anni. Per queste ragioni i raccolti in queste due stagioni non sono stati soddisfacenti come lo scorso anno.
Anno 2019.
Fine Inverno – Primavera
I primi mesi dell’anno non hanno regalato ne neve ne pioggia. Unico aspetto positivo è che il terreno era lavorabile ed abbiamo creato un’altro bancale sul lato nord dell’orto. Questo bancale è largo 50/60 cm e alto 20 cm ed ospiterà principalmente piante di piccoli frutti. Abbiamo trapiantato 3 piante di more senza spine, 3 piante di Goji, una pianta di ribes, una pianta di uva spina ed una di nocciolo mantenendo tra le piante circa un metro di distanza. Abbiamo ricoperto le piante con paglia innaffiando periodicamente. Tutte le piante hanno tenuto.
I mesi di marzo e aprile sono stati siccitosi e con temperature più invernali che primaverili, il terreno è risultato perciò molto compatto e asciutto e questo ha limitato la germinazione di ceci e piselli. Per limitare questi problemi abbiamo attivato l’impianto di irrigazione, arieggiato il terreno con la forca foraterra e distribuito stallatico in pellets. Anche l’insalata che è stata trapiantata ha avuto una crescita stentata. A causa delle temperature più basse della media abbiamo ritardato di circa un mese il trapianto di melanzane e peperoni, mentre i zucchini e pomodori trapiantati a fine aprile risultavano a distanza di qualche settimana poco cresciuti. Nell’aiuola dei piccoli frutti abbiamo trapiantato piante di edamame una leguminosa della famiglia della soia i cui semi mi sono stati portati dal Giappone. In maggio è finalmente iniziato a piovere anche se le temperature hanno iniziato a crescere solo alla fine del mese, cosi abbiamo provveduto a trapiantare melanzane e peperoni. Le temperature dei primi giorni di giugno sono quasi estive per cui attiveremo l’irrigazione goccia-goccia regolando mano mano la durata nel temporizzatore.